Capelli bianchi, tonaca scura, occhialini e sorriso smagliante. Già a prima vista si può intuire che Sister Judith Zoebelein, dell’ordine delle Sorelle Francescane dell’Eucarestia , non è persona che sta a guardare. Dopo aver creato e lanciato dieci anni fa il sito del Vaticano – un portale in sei lingue che oggi conta milioni di visitatori e una quantità sconfinata di materiale – sta lavorando a un altro progetto. Che, come riporta Business Week mira a cogliere l’aspetto più nuovo ed esplosivo dell’internet del secondo millennio: il social networking, o reti sociali, in cui il web non è solo una fonte di informazioni ma uno strumento per conoscere altre persone e condividere con loro documenti, esperienze, fotografie e quant’altro. Molta strada è stata fatta dagli esordi quando, nel 1995, Sorella Judith diede vita al sito della Santa Sede: una sola pagina contenente il messaggio di Natale di Papa Giovanni Paolo II e una casella e-mail. Il successo travolgente dell’iniziativa, 4 mila e-mail ricevute in pochi giorni e centinaia di migliaia di visitatori, fecero capire al piccolo staff di quattro persone «che eravamo seduti su qualcosa di molto grosso, ed esplosivo», racconta Sister Judith. […] Ora però, nell’epoca del web 2.0, tutto teso alla socialità e all’interattività, rischia davvero di diventare un «reperto» fuori moda. E la Chiesa riscopre il significato del suo nome, «ecclesia», assemblea, e ricorda che in fondo, si tratta di una delle più antiche e vaste community che esistono al mondo. «Quando siamo andati online la prima volta, le persone pensavano: finalmente la Chiesa sta diventando moderna. Ma in realtà la Chiesa ha un’incredibile rete di persone e di organizzazioni – ha raccontato in un’intervista al Wacc Sister Judith – E siamo tutti uniti dalla nostra fede. Internet è uno strumento che permette di comunicare in tempo reale. È l’internet che “insegue” la Chiesa e non viceversa». Dunque la suora hi-tech si è rimessa al lavoro, e per l’autunno prevede di affiancare al sito istituzionale un altro, dedicato alla comunità dei credenti. Su questo web si potranno ricevere news personalizzate, lavorare con i colleghi a determinati progetti, imparare e aggiornarsi tramite progetti di e-learning e, soprattutto, incontrare i propri «simili»: ci saranno aree per famiglie, per giovani, per colleghi. Social network sì, dunque, ma bando alle frivolezze: il web 2.0 del Vaticano sarà soprattutto uno strumento di lavoro e condivisione. […]
Fonte: Corriere.it