Marocco: nominate 50 predicatrici donne per combattere l’Islam radicale

Non potranno ancora tenere la khutba del venerdì nelle moschee: la predica settimanale per ora resta prerogativa degli imam maschi. Ma com’è avvenuto nel nuovo, coraggioso codice di famiglia adottato nel 2004 – dove ad esempio la poligamia sancita dal Corano rimane, ma è sottoposta a innumerevoli limiti – la svolta annunciata in questi giorni in Marocco è destinata a fare storia. Per la prima volta in un Paese islamico, 50 donne e ragazze sono state nominate murshid àt, guide alla preghiera. Insieme a 100 compagni maschi, sono state promosse nel corso di una cerimonia ufficiale dal ministro degli Affari religiosi Ahmed Tawfiq, che ha loro ricordato come la missione che le aspetta «è opporsi a chi non crede nella nostra tradizione e nei nostri valori di tolleranza». In altre parole, dovranno contrastare l’ondata di Islam jihadista che ha toccato anche il Marocco, con gli attentati del 2003 e con il diffondersi dei movimenti estremisti. E seguire la via segnata dal re e massima autorità religiosa del Paese, Mohammad VI, che tenta di conciliare Islam e modernità, pacifismo e tradizione. […]
Il testo integrale dell’articolo di Cecilia Zecchinelli è stato pubblicato sul sito del Corriere della Sera

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