Sergio Romano e il XX settembre

Ho assistito senza rammarico alla scomparsa del IV novembre. Le feste sono veramente nazionali quando sono comprese dalla maggioranza del Paese e suscitano sentimenti largamente condivisi. Quando certe date hanno smesso di svolgere queste funzioni è bene celebrarle in altri modi: una corona all’altare della patria, una lezione nelle scuole, qualche rievocazione giornalistica. Mi piacerebbe che qualcosa del genere accadesse per un’altra data, completamente espulsa dal calendario ufficiale della Repubblica. Penso al XX settembre. Per qualche anno, dopo la fine della Seconda guerra mondiale, si continuò a ricordare, con una cerimonia a Porta Pia, il giorno del 1870 in cui i bersaglieri del generale Cadorna fecero il loro ingresso nella città eterna. Poi, improvvisamente, la cerimonia fu cancellata e la data smise di essere stampata in grassetto nei calendari e nelle agende del Paese. Forse soltanto Giulio Andreotti, per qualche anno, ministro della Difesa, ricorda quando e perché fu deciso di relegare questa ricorrenza nel solaio della Repubblica. Peccato. So che esiste una parte della Chiesa romana per cui l’«arrivo dei piemontesi» è ancora considerato un sopruso, un’angheria, una prevaricazione. Ma questi vecchi papalini commettono l’errore di credere che la fine del potere temporale sia stata voluta soltanto da una fazione di massoni anticlericali. Non è vero. La maggior parte della Destra storica fu al tempo stesso liberale e cattolica. Uomini pubblici come Bettino Ricasoli o Fedele Lampertico (di cui la Biblioteca Bertoliana ricorderà a Vicenza, nelle prossime settimane, il centenario della morte) erano profondamente convinti che la fine del potere temporale avrebbe riformato e rinnovato la Chiesa. La loro speranza si è avverata. Dopo avere rimpianto per alcuni anni la morte dello Stato pontificio, alcuni grandi vescovi e sacerdoti cominciarono a ripensare il ruolo della Chiesa romana nel mondo e a cogliere le straordinarie occasioni che la Santa Sede, divenuta ormai esclusivamente potenza spirituale, avrebbe potuto cogliere. Ecco perché il XX settembre non è importante soltanto per lo Stato italiano e potrebbe essere celebrato, con una piccola cerimonia a Porta Pia, persino dal cardinale Ruini.
L’intervento di Sergio Romano è stato pubblicato sul sito del Corriere della Sera

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