Che il matrimonio sia una sorta di «missione impossibile» lo sanno anche i più sprovveduti, ma il rapporto dell’Istituto di politica familiare che sarà presentato domani a Bruxelles fa allarmare anche i più ottimisti: nell’Unione Europea ogni 33 secondi si sfascia un matrimonio. In 25 anni, segnala il presidente dell’associazione, Eduardo Hertfelder, le rotture di matrimoni sono cresciute di circa 320.000 unità. Si è passati dai 637.000 matrimoni falliti nel 1980 ai 955.600 nel 2004. Secondo lo studio è il Portogallo, con una crescita dell’89%, il paese dell’Ue dove sono aumentate di più le separazioni negli ultimi 10 anni (dal 1995 al 2004). Al secondo posto, c’è l’Italia (62%). Al terzo c’è la Spagna (59%). A prestarci attenzione, ai primi tre posti nella classifica delle nazioni con il più alto tasso di crescita di rotture di matrimoni, non c’è l’esuberante Svezia, ci sono invece tre Paesi un tempo cattolicissimi. Il dato ha un significato? Probabilmente i matrimoni si rompono perché in queste nazioni ancora si celebrano. […]
Il testo integrale dell’articolo di Antonio Biasi è stato pubblicato sul sito della Gazzetta del Mezzogiorno