La consegna è: ridurli al silenzio. In sintesi: sbarazzarsene. Tira aria di epurazione, nell’Iran di Mahmoud Ahmadinejad, il «falco nucleare», teorico del ritorno all’islamismo puro della Rivoluzione khomeinista, nei confronti degli aderenti alla fede Baha’i; e delle altre minoranze religiose. L’ultimo appello alla ragione è del Consiglio d’Europa, «preoccupato», oltre che dalla sfida atomica, per i diritti umani e chi li difende «come Akbar Ganji e Abdolfattah Soltani» nell’ex regno di Persia. C’è, per ora, un «ordine speciale» di controllo diramato dal regime. Indizi del «nuovo corso» che vuole chiudere con le (scarse) aperture moderniste. Così cominciano le persecuzioni destinate a divenire stragi. […] «Sappiamo bene a cosa può condurre una propaganda odiosa – afferma Lucia Ricco, direttore delle relazioni esterne per l’Assemblea italiana della comunità Baha’i – poichè la storia recente offre fin troppi esempi». Da settimane il quotidiano ufficiale di Teheran, Kayhan, riporta articoli sulla quella fede «anomala» fastidiosa per il regime; allineati radio e tv nell’alimentare il sospetto di un profondo anti-islamismo. […]
Il testo integrale dell’articolo di Paolo Mozzo è stato pubblicato sul sito del Corriere della Sera