La sua speranza era tutta racchiusa in un “blog”. Speranza di morire, da quando la sua vita non era più vita. Jorge León, pentaplegico di Valladolid, ce l’ha fatta, grazie a internet. Qualcuno, una “mano amica” sulla quale ora la polizia sta investigando, ha raccolto i suoi tanti messaggi disperati diffusi in rete nell’ultimo anno sotto il falso nome di Lucas S. e ha messo fine alle sue “sofferenze indesiderate”. “Ho bisogno della mano che sostiene il bicchiere, la mano abile che supplisca alla mia mano inutile, una mano che agisca secondo la mia volontà ancora libera: ho preparato tutto in modo che chi mi aiuta resti in incognito”. Una mano, perché a Jorge, da quel giorno di sei anni fa in cui un incidente domestico lo ridusse su una sedia a rotelle (scivolò rompendosi il collo mentre faceva ginnastica aggrappato a una barra di metallo a due metri d’altezza), non gli era rimasto altro che la possibilità di muovere le labbra. Un dispositivo collegato alla sua testa gli consentiva di maneggiare, seppure con enorme difficoltà, il computer. E alla fine quella si era rivelata l’ultima risorsa, per mettere fine a una vita ormai andata in fumo. […]
Il testo integrale dell’articolo di Alessandro Oppes è stato pubblicato sul sito di Repubblica