La campagna di primavera contro «le malvelate» è cominciata. Il comandante della polizia di Tehran ha annunciato che nell’ultima settimana i suoi agenti hanno ammonito 10mila donne e uomini nella capitale iraniana per aver violato le norme dell’abbigliamento islamico, riassunte nel hijab (il foulard che deve coprire i capelli). Dice il comandante che 3.000 locali pubblici sono stati ispezionati e 200 ammoniti per non aver rispettato o fatto rispettare la norma ai propri clienti. Ogni anno, all’inizio dell’estate, quando gli abiti si alleggeriscono, polemiche e ammonizioni si ripetono. Giorni fa il presidente della commissione sociale del Majles, il parlamento iraniano, ha fatto una predica indignata contro le donne truccate. I soliti discorsi: per il momento non si segnalano interventi dei gruppi religiosi che in passato hanno attaccato pubblicamente le donne non ben velate, paragonandole a prostitute. Il dilagare delle «malvelate» è una sindrome collettiva in Iran. L’imposizione del hijab come legge dello stato, all’indomani della rivoluzione islamica nel 1979, ha provocato un vero rifiuto da parte delle donne non tradizionaliste e non osservanti, che non accettavano di interiorizzare questa prescrizione del governo islamico. […] Se la polemica sulle «malvelate» è stagionale, quella degli stadi è una novità. Il presidente iraniano, Mahmoud Ahmadi Nejad, ha spiazzato molti, quando ha annunciato l’intenzione di aprire gli stadi di calcio al pubblico femminile, due settimane fa. Una manovra fallita: il clero e i deputati ultraconservatori hanno sollevato grandi proteste contro la presenza delle donne nei luoghi sportivi finora riservati ai soli maschi, mettendo Ahmadi Nejad in conflitto con i suoi sostenitori. Le critiche del clero si fondano sulla tesi che queste libertà sono incompatibili con le leggi islamiche della sharia. Alla fine dopo due settimane di discussione è stata comunicata la decisione conclusiva sul tema dell’entrata di donne nello stadio. Proprio ieri, Elham, porta voce del governo, ha annunciato l’invito del leader supremo(ayatollah Khamenei) a rispettare il parere dei grandi ayatollah di Qom. E il presidente Ahmadi Nejad ha prestato obbedienza. La storia delle ragazze che entrano clandestine allo stadio in panni maschili, e il loro desiderio di guardare la partita di calcio da vicino, è il tema dell’ultimo film di Jafar Panahi, Off-side, premiato al festival di Berlino. […]
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