Iraq, bombardate sei moschee

Ennesima domenica di paura sangue in Iraq. Sei tra moschee e mausolei sciiti sono stati colpiti da una serie di attentati dinamitardi nella notte a Wajihiya e dintorni, cittadina di cinquemila abitanti a popolazione mista, sciita e sunnita, situata una trentina di chilometri a est di Baquba, capoluogo della provincia irachena di Diyala, che sorge a sua volta 60 chilometri a nord di Baghdad. Lo hanno riferito testimoni oculari e fonti di polizia, secondo cui le esplosioni non avrebbero provocato vittime, ma hanno seriamente danneggiato i luoghi sacri, tra i quali i più importanti dedicati all’imam Abdullah bin Ali al-Hadi e all’imam Tamim. Si tratta di templi comunemente utilizzati anche dai fedeli sunniti per pregare; Wajihiya è infatti una località dove di norma non si registrano tensioni tra le due comunità religiose: un elemento che ha indotto gli inquirenti a puntare il dito contro l’Organizzazione di al-Qaeda per la Jihad nella Terra dei Due Fiumi, il gruppo insurrezionale guidato dal super-terrorista di origini giordane Abu Musab al-Zarqawi, tuttora considerato il luogotenente in Iraq di Osama bin Laden, sebbene più di recente si dica abbia perso parte del proprio controllo sui guerriglieri sunniti. Dopo la distruzione della Moscha d’oro di Samarra sono state decine le moschee sciite, grandi e piccole, distrutte da attacchi a sfondo settario. A distanza di poche ore una bomba artigianale fatta esplodere contro una pattuglia della polizia irachena nel centro di Bagdad, nella zona di Beirut Square, ha provocato stamane la morte di cinque civili e il ferimento di altre quattro persone, tra cui due agenti. […]
Fonte: Repubblica.it

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