Amnesty: «La guerra al terrore uccide i diritti umani»

La guerra al terrore scatenata dopo l11 settembre 2001 dagli Stati Uniti ha moltiplicato le violazioni dei diritti umani nel mondo. E anche i governi europei hanno tradito le aspettative di giustizia e rispetto con «inganni e false promesse». Il rapporto annuale 2006 di Amnesty International, che documenta le violazioni dei diritti umani in 150 Paesi e territori in tutto il mondo, punta ancora una volta il dito contro la cosiddetta «guerra al terrore» scatenata dall´amministrazione Bush ma anche contro i maggiori governi del globo che hanno «chiuso gli occhi di fronte a violazione dei diritti umani su scala massiccia». Durante il 2005, si legge nel report dell´associazione, «è diventato sempre più chiaro come molti Paesi si siano resi complici o abbiamo sostenuto le pratiche degli Stati Uniti nella “guerra al terrore”». Una guerra che ha tra le proprie armi: «tortura, maltrattamenti, detenzioni segrete a tempo indefinito e trasferimenti illegali oltre confine». «Rivelazione dopo rivelazione – sottolinea Amnesty – è emerso fino a che punto i governi europei sono stati complici degli Stati Uniti, sfidando il divieto assoluto di tortura e di maltrattamenti e subappaltando queste pratiche attraverso il trasferimento di prigionieri in Paesi come Arabia Saudita, Egitto, Giordania, Marocco e Siria, dove la tortura è praticata». Conseguenza: l´erosione dei principi fondamentali e gli «enormi danni arrecati alla vita e la benessere della gente comune». «C’è un effetto domino nella guerra al terrorismo – ha spiegato il presidente di Ai Italia Paolo Pobbiati presentando a Roma la versione in italiano del rapporto di Amnesty- molti governi la sfruttano per regolare i conti con le opposizioni interne». Un esempio per tutti: il governo dell’Uzbekistan, che nel 2005 «ha aperto il fuoco contro la popolazione civile in una ‘Tien An Men’ uzbeka passata sotto silenzio». Ma nel mirino di Amnesty finiscono anche quei paesi che dovrebbero essere i difensori dei diritti umani nel mondo come ben quattro dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’Onu: Stati Uniti, Gran Bretagna, Cina e Russia. […]
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