[…] “Nessun ostacolo alla pillola abortiva Ru486, ma rispettando le indicazioni della legge sull’aborto e senza alcuna sperimentazione selvaggia”. Livia Turco, ministro alla Salute, parla chiaro. Ed ha scelto il giorno dell’inaugurazione del nuovo reparto di Neonatologia al Policlinico Umberto I di Roma”. […] “Immancabili e prevedibili le reazioni. “Sulla Ru486 pensi agli interessi della famiglia – commenta il capogruppo Udc alla Camera Luca Volontè – lo stesso padre della pillola abortiva ha ammesso il rischio di decessi a seguito della terapia”.”
Parole, quelle della Turco, che se non fossero state pronunciate in Italia sarebbero normali. Ma nel nostro Bel Paese suscitano quasi entusiasmo, abituati come siamo ad altri tenori. Ma veniamo a Volontè, uno dei beniamini di Bioetica. Perché non si prende la briga di citare una fonte, un nome, un cugino almeno (anche una fonte onirica andrebbe meglio del suo silenzio o della sua sicumera di non avere bisogno di ‘prove’)? Cosa avrebbe detto esattamente il padre (Etienne-Emile Baulieu, tanto per riempire il vuoto lasciato dall’onorevole, per reticenza o amnesia?) della pillola abortiva a proposito del rischio di decessi? Volontè non ritiene di dovercelo dire. E io per pigrizia rimando a un precedente post (La RU486 va al convegno) in grado di svelare i nebbiosi misteri sulla RU486 e il suo genitore pentito (secondo Volontè, naturalmente).
L’intervento di Chiara Lalli è stato pubblicato sul blog Bioetica