Aborto farmacologico, pillola del giorno dopo, parto indolore. Se l’obbiettivo del neoministro della Salute, Livia Turco, era quello di scontentare le gerarchie vaticane non poteva scegliere argomenti più idonei a provocare la condanna della Chiesa che da sempre si oppone al principio di autodeterminazione della donna. E così dopo la scomunica del ministro della Famiglia, Rosy Bindi, per le sua apertura sui Pacs anche la Turco finisce al rogo sulle pagine dell’Osservatore Romano per aver annunciato di voler dare il via libera alla somministrazione della Ru486, a pillola abortiva. «Un femminismo di cui francamente non si sente il bisogno», commenta il quotidiano dei vescovi che deplorano le esternazioni dei ministri Bindi e Turco e allo stesso modo il plauso a loro tributato dalla diessina Gloria Buffo. «È sconcertante la premura con la quale i neoministri corrono a dichiarare le loro intenzioni su materie particolarmente delicate e sulle quali, quantomeno, ci si sente di suggerire un poco di cautela» scrive l’Osservatore che in particolare rimprovera al ministro della Salute di essersi pronunciata a favore della sperimentazione della pillola Ru486. […] «La richiesta di cautela dovrebbe essere accolta almeno per non ferire la sensibilità di chi non ha in merito la stessa opinione del ministro – conclude la nota del Vaticano -. […] Volontè poi ricorda alla Turco che la legge 194 «nacque per prevenire l’aborto e non solo per legalizzarlo» e risulta inapplicata proprio nell’articolo 1 che stabilisce come lo Stato garantisca «il diritto alla procreazione cosciente e responsabile» riconosca «il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio». […]
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Ha ragione il Vaticano: bisognerebbe preoccuparsi un po’ di più delle persone che potrebbero avere un’idea diversa da quella che si urla ogni giorno coi megafoni. Per la serie, da quale pulpito…