Le polemiche della prima giornata di voto si concentrano sulle pareti scolastiche dell’Esquilino. La vicenda dei crocefissi rimossi inizia al mattino. Enrico Modigliani, rappresentante della Lista civica per Veltroni, chiede che l’icona lignea sparisca dalle scuole attorno alla multietnica piazza Vittorio. Una dopo l’altra, le croci vanno a tener compagnia a banchi, sedie e lavagne rimpiazzati da urne, registri e cabine elettorali. Al seggio numero 11 (via Bixio) si oppongono. Il crocefisso resiste ma Modigliani insiste. Le sue riserve finiscono a verbale. Le polemiche no. Montano in tarda mattinata e, all’ora di pranzo, ecco Marco Marsilio, Alleanza nazionale: «Il fondamentalismo laico non è solo una fisima di Pannella e dei suoi accoliti, ma alligna a sinistra anche in quelle forze che si dicono moderate» Stigmatizzano anche Giorgia Meloni (Azione Giovani), Federico Mollicone (An) e Francesco Giro, responsabile nazionale di Fi per i rapporti con il mondo cattolico: «episodio grave che mette a rischio la nostra identità nazionale oltre che religiosa». Si scusa Enrico Modigliani: «Con la mia iniziativa volevo affermare un principio sancito da sentenze della Corte Costituzionale e della Cassazione. Mi rendo conto però che può urtare le sensibilità e le coscienze di molti cattolici. Non era questa la mia intenzione. Mi scuso». […] Alla fine della giornata la polemica sul crocefisso riappare in agenzia. Rossella Veneziano, coordinatrice della Lista Civica per Veltroni fa una dichiarazione ufficiale: «Si è trattato di un’iniziativa estemporanea e non concordata di un singolo rappresentante della Lista che si è subito scusato. Montare un caso è del tutto strumentale. Solo chi è alla ricerca di polemiche pretestuose può farlo».
Il testo integrale dell’articolo di Ilaria Sacchettoni è stato pubblicato sul sito del Corriere della Sera
In un’intervista a “Repubblica”, Enrico Modigliani ha precisato di essersi scusato “non del gesto ma di aver creato problemi, non previsti, alla lista che rappresentavo. Credo nell’assoluta neutralità del seggio elettorale”.