Il Codice da Vinci? Bruciato in piazza dal prete e con tanto di applausi dei fedeli. Più o meno come avveniva durante l´inquisizione. Poco importa poi se il giorno è quello in cui si dovrebbe predicare la pace. E magari la tolleranza tra gli uomini. Questa volta, nonostante tutto, il processo pubblico con tanto di rogo è avvenuto davvero. E´ successo domenica mattina ad Arzana, paese al centro della Sardegna, in provincia di Nuoro. Protagonista Don Vincenzo Pirarba, parroco del paese. Dopo la processione della Madonna Regina Pacis, Don Vincenzo, tira fuori una copia dell’ormai arci noto best seller di Dan Brown, e giura che quella copia del libro «maledetto» non l´ha acquistata lui ma gli è stata consegnata da un «fedele che poi si è pentito». Quindi, il parroco, inizia con la sua arringa. «Dan Brown con il tuo libro e il relativo film hai venduto Gesù, come Giuda, non per 30 danari ma per più di 30 miliardi di dollari – dice il parroco davanti ai fedeli -. Hai offeso gravemente i sentimenti più profondi dei cristiani, dissacrato la persona più cara e santa al mondo». Ma non è che la premessa: «Non sarai tu a distruggere il Cristianesimo – si infervora il parroco – Anche il celebre filosofo Nietzsche aveva gridato: “Dio è morto”. Ma Dio è più vivo che mai, mentre Nietzsche è morto dopo essere finito in manicomio». Finita l’arringa arriva puntuale la sentenza: condanna al rogo. Anche se, come ammette il parroco, lui in realtà il libro non l’ha nemmeno letto: «Basta quello che ho sentito dire in giro anche perché per sapere cos’è l’omicidio non bisogna certo arrivare ad uccidere un uomo». Nel sagrato della chiesa, intanto parte il «fuoco purificatore» che in breve tempo riduce in cenere la copia del Codice da Vinci. […]
Il testo integrale dell’articolo di Davide Madeddu è stato pubblicato sul sito dell’Unità