Bestie di Satana, incontro in carcere «Ho ucciso suo figlio. Perdono»

Lo guarda fisso negli occhi, poi comincia a parlare. Andrea Volpe, il «pentito» delle «Bestie di Satana», incontra Michele Tollis. Per la prima volta si trova faccia a faccia con il padre di Fabio, una delle sue vittime. E chiede perdono. «Mi dispiace tantissimo per quello che ho fatto. Ma spero che un giorno lei potrà perdonarmi. Io non mi perdonerò mai per le atrocità che ho commesso. Però spero che in futuro lei potrà farlo». Carcere di Novara, sala colloqui. Davanti alle telecamere vittima e carnefice si trovano uno di fronte all’altro. E si parlano. Si chiama «Ultimo Incontro» la trasmissione curata da Simona Ercolani e Fabrizio Rondolino che andrà in onda domani alle 22.50 su Fox Crime. La ricostruzione dei delitti della setta resta sullo sfondo, i protagonisti adesso sono loro. Perché non era mai accaduto che potessero confrontarsi fuori dall’aula del processo. Non era mai successo che uno potesse interrogare l’altro. Michele Tollis lo fa. Vuole sapere per quale motivo è stato scelto suo figlio, vuole capire se il pentimento di Volpe è davvero sincero. Ma soprattutto vuole scoprire se altri adepti siano sfuggiti agli arresti. È stato lui, con le sue indagini private durate sei anni, con la sua disperazione che a tratti si è trasformata in ossessione, a consegnare ai magistrati le prove per inchiodare le «Bestie». […] Fabio Tollis, Chiara Marino, Mariangela Pezzotta sono stati uccisi dalle «Bestie». Andrea Bontade è stato spinto al suicidio. Umiliato e vessato per mesi, una sera di otto anni fa si è lanciato con la sua auto a 180 all’ora e si è schiantato contro un muro. Voleva pentirsi, raccontare gli omicidi brutali compiuti dal gruppo. Voleva uscire dalla setta, ma non glielo hanno consentito. Perché questa era la regola: nessuno poteva tirarsi indietro. E nessuno si tirò indietro anche la sera del 17 gennaio del 1998 quando si decise che Fabio e Chiara dovessero essere sacrificati. «Quando sei lì — ricorda adesso Volpe — vedi tutto nero, vedi solo quello che devi fare. Io non sentivo le voci dei miei compagni. Sentivo solo le urla e quello che avevo in mente di fare. Sono stato una furia, come tutti gli altri. Una volta che parti non ti fermi più. Però posso dire che eravamo lucidi, quando lo abbiamo fatto eravamo lucidi». […]
Fonte: Corriere.it
Quando persino gli omicidi vengono tramutati in show.

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