In Italia non esiste una regolamentazione per le unioni civili. Addirittura qualcuno ha urlato alla presunta incostituzionalità dei PACS, citando l’articolo 29 della Costituzione (“la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio” e identificata con la formazione sociale denominata “famiglia legittima”).
Richiamare la tradizione e la Costituzione come garanzia dell’immutabilità degli assetti (anche giuridici) di convivenza è insensato. In un approfondimento molto interessante Selene Pascasi (I pacs e la Costituzione : conflitto o convivenza di valori?, Bollettino Osservatorio sulla Legalità e sui Diritti) ricorda che “se in un periodo non troppo lontano, appariva inconcepibile la dissoluzione del matrimonio o lo ‘sdoganamento’ dei diritti di moglie dalla sottomissione alla potestà maritale, con le Riforme degli anni settanta, tali visioni della famiglia sono state sostituite da principi più egualitari e più civili.” […]
L’articolo di Chiara Lalli è stato pubblicato sul blog Bioetica