Intervista a Rita Levi Montalcini

«Il principio che può aver ispirato l’approvazione della legge che permette a single e omosessuali l’inseminazione artificiale mi sembra buono, direi eccellente. Però non posso esprimere un parere più preciso perché non conosco il testo del provvedimento» risponde il Nobel e senatrice a vita Rita Levi Montalcini. Ma aggiunge: «Mi rimane qualche perplessità nella comprensione del fatto in sé, cioè il dare questa possibilità a single e omosessuali, perché su di me pesa un secolo di vita nel quale la visione era diversa. Tuttavia se il parlamento danese ha votato in tal senso, io ho troppa stima e considerazione di quel Paese per sollevare dubbi nel bene o nel male». -Lei appoggerebbe una legge del genere proposta in Italia? R:«Sì, in linea di principio. Ma in Italia i figli di coppie omosessuali andrebbero incontro a serie difficoltà nella società perché apparirebbero diversi, data la prevalenza della nostra cultura cattolica». -La nuova possibilità finisce per incidere sui valori familiari intesi secondo la tradizione. È un danno per l’uomo? R:«È vero, il concetto e i valori familiari cambiano e infatti la famiglia come la consideriamo oggi è completamente diversa rispetto al passato. I valori etici devono essere comunque preservati e tutelati nella trasformazione del concetto di famiglia e pure la loro gerarchia deve rimanere immutata nel passaggio tra il modo di vivere da un’epoca all’altra. E questo è un compito di rigorosa spettanza degli adulti, tenendo conto delle condizioni ambientali che mutano di giorno in giorno». -In Italia abbiamo una legge che bandisce l’inseminazione eterologa, cioè con seme altrui… R:«Io sono a favore dell’eterologa e quindi non l’avrei mai bandita». […] -Il ministro dell’Università e della Ricerca Fabio Mussi ha difeso a Bruxelles la ricerca sulle cellule staminali, cambiando l’atteggiamento finora sostenuto dal nostro Paese. R:«Sono pienamente d’accordo con la posizione del ministro Mussi per consentire finalmente la ricerca sulle cellule staminali. C’è necessità di avanzare su questo fronte per aiutare a risolvere i problemi concernenti le patologie che potrebbero essere aggredite con il loro utilizzo. Ora il nostro governo deve andare avanti su questa linea. L’Italia non può continuare a rivestire il ruolo di Cenerentola di una situazione che a livello internazionale è già maturata in modo ben diverso e consapevole, adottando tutte le cautele possibili». […]
L’intervista completa al Premio Nobel è raggiungibile sul sito del Corriere della Sera

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