Caro Romano, spero che la prossima amministrazione civica cittadina istituisca come festa romana il 20 settembre, in memoria del 20 settembre 1870 quando le cannonate sabaude aprirono la breccia in prossimità di Porta Pia. Quei pochi colpi permisero il trasferimento definitivo della capitale del Regno a Roma. Tale ricorrenza, assolutamente laica, servirebbe a ricordare che non solo da quel momento cessò l’anacronistica, antistorica e contraddittoria monarchia del papa-re, ma fu data finalmente la libertà agli ebrei romani, fino ad allora rinchiusi nel recinto del ghetto per volontà del pontefice. Nei 76 anni successivi i Savoia non furono certamente all’altezza di quel primo coraggioso gesto, ma, almeno, il 20 settembre 1870 fu inferta una poderosa spallata alle tante muffe che incrostavano l’Italia. E che ancora tendono a riprodursi perché spesso e colpevolmente ci si dimentica dell’identità nazionale di cui la breccia di Porta Pia e l’Altare della Patria (dove sarebbe opportuno celebrare i funerali dei nostri militari) sono aspetti fondamentali.
Tiziana Ficacci, tizianaficacci@hotmail.com
Lettera pubblicata sul Corriere della Sera