C’è preoccupazione nei sacri palazzi vaticani per quanto è accaduto nei giorni scorsi, con l’annunciato ritiro del sostegno italiano alla Dichiarazione etica che stabiliva di non finanziare la ricerca sulle staminali embrionali da parte dell’Europa. La presa di posizione del ministro per la Ricerca scientifica Fabio Mussi è stata infatti considerato un nuovo segnale di come la coalizione che ha espresso il presidente del Consiglio Prodi stia muovendo i suoi primi passi. «È passata l’idea che la ricerca non debba avere limiti etici – confida al Giornale un alto prelato della Santa Sede – e si è voluto assestare un colpo alla legge 40 sulla fecondazione artificiale. Il fatto che ora le nazioni firmatarie siano quattro e non più cinque indebolisce la loro posizione e fa capire che in Italia è cambiato l’atteggiamento di fronte alla difesa dell’embrione umano, dei suoi diritti e della sua identità. Il nuovo governo italiano non ci tiene più». […] L’impressione che molti in Vaticano hanno in questo momento è che proprio su temi etici così delicati, sui quali esistono posizioni molto differenti all’interno della stessa maggioranza di governo, sia in atto un’offensiva reale. […] Ovviamente sia la Santa Sede come i vertici della Conferenza episcopale italiana hanno apprezzato le prese di distanza espresse da esponenti cattolici della maggioranza, come l’ex presidente dei comitati Scienza e Vita Paola Binetti o come la prudenza manifestata dallo stesso leader della Margherita Francesco Rutelli, che ha parlato della necessità di scelte «collegiali», o lo stesso richiamo del premier Prodi. E si è rivelata dunque una scelta vincente quella di mantenere attivi i comitati «Scienza e vita», nati in occasione della campagna referendaria del giugno 2005. «Non c’è alcun lavoro scientifico dal quale risulti che l’uso di cellule staminali embrionali abbia dato finora risultati significativi per la terapia – fanno notare gli esperti di bioetica vaticani – al contrario, sono numerose le evidenze dell’efficacia delle cellule staminali prelevate dai tessuti adulti». L’adesione italiana alla Dichiarazione etica aveva dunque – si fa notare nei sacri palazzi – solide motivazioni scientifiche. «Mi sembra che le vere priorità del nostro Paese – osserva il vescovo di Civitavecchia Girolamo Grillo – siano altre: il sostegno alla famiglia, un’assistenza sanitaria di qualità, politiche sociali adeguate per chi è sotto la soglia di povertà, lo sviluppo del Sud, il lavoro per i giovani… […]
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