L’arrivo della bella stagione e delle prime giornate di sole ha costretto parroco e sacerdoti della chiesa di San Martino a Cinisello Balsamo (Milano) a fare i conti non con l’assenteismo di molti fedeli più propensi a trascorrere qualche ora al parco o nelle piscine della zona che a partecipare alla Messa ma con l’abbigliamento delle più giovani. Un cartello, affisso sul portone dell’edificio religioso, invita infatti le ragazze a partecipare alle funzioni con un «abbigliamento adeguato» e a bandire «pantaloni a vita bassa e magliette corte durante l’eucarestia». «Dio conosce il tuo ombelico da prima che tu nascessi. Non serve a nulla mostrarglielo ogni domenica», recita la scritta all’ingresso della chiesa di piazza Soncino. «Solo un suggerimento», minimizzano i collaboratori di don Felice, parroco di San Martino, a chi chiede loro il perché del cartello. L’invito però non ha mancato di sollevare un vero e proprio polverone tra i giovani parrocchiani, spesso sostenuti da mamma e papà. «È già difficile mandarli in chiesa – spiegano i genitori -. Obbligarli a vestirsi anche in un certo modo rende ancor più arduo il nostro compito. Per ripicca così molti adolescenti hanno deciso di saltare la Messa e anche se noi siamo contro i pantaloni a vita bassa siamo consapevoli che era meglio saperli in chiesa o all’oratorio che in giro a bighellonare». L’invito a non mostrare l’ombelico ha così diviso i parrocchiani tra chi pensa sia giusto far di tutto per avvicinare i più giovani alla religione e chi chiede che venga rispettata la sacralità del luogo. Proprio l’interessamento dei media all’«insolito divieto» ha mandato su tutte le furie don Felice che nel pomeriggio ha esposto un altro cartello in cui definisce i giornalisti «onnipotenti della notizia e sedicenti formatori della opinione pubblica». Secondo il parroco cinquantatreenne il suo voleva essere un «gesto spiritoso» frainteso e ingigantito da chi ama fare polemica.
Fonte: IlGiornale.it