L’uddiccino Luca Volontè la chiama «lobby virtuosa». Perché l’intergruppo Persona e Bene Comune invece di affari tratterà temi come la vita e la famiglia. Sarà una lobby prevalentemente cattolica, anche se aperta a tutti i deputati e i senatori. Ma il fatto che sia così trasversale, con parlamentari che vanno da An alla Margherita, già agita maggioranza e opposizione. […] Sembra che già un centinaio abbiano chiesto i moduli per partecipare. Primo anniversario da celebrare: il 13 giugno, vittoria dell’astensione al referendum sulla fecondazione assistita. Il comitato Scienza e Vita, nato su impulso della Conferenza Episcopale e allora partigiano del non voto, si incontrerà la mattina di martedì al cinema Capranichetta, a due passi da Montecitorio. Due giorni dopo sarà la volta dell’Intergruppo, che ne è in pratica il braccio politico. L’idea di lanciare la «lobby», ereditata dal vecchio comitato referendario «Non votare», matura in una cena del 10 maggio scorso tra alcuni parlamentari cattolici, da Binetti della Margherita a Mantovano di An. Obiettivo dichiarato: creare un fronte trasversale ogni volta che un tema «eticamente sensibile» come staminali, fecondazione, pillola abortiva, Pacs o eutanasia, approda in Parlamento.
I «lobbisti» della Margherita sono pronti a far sentire la loro voce. Sostiene l’ex aclista Luigi Bobba, ora senatore, tra i firmatari della lettera insieme a Fabris dell’Udeur, Lupi di Forza Italia, Pedrizzi di An, Volontè dell’Udc ed altri degli stessi partiti: «Nessuno schieramento è depositario di verità assolute». Concorda Paola Binetti, già leader di Scienza e Vita: «Spetta al Parlamento fare le leggi e può decidere anche in maniera trasversale». Avverte Renzo Lusetti: «Noi dell’Unione siamo alternativi al centrodestra. Ma su certi temi si risponde solo alla propria coscienza».
Il testo integrale dell’articolo di Roberto Zuccolini è stato pubblicato sul sito del Corriere della Sera