I poliziotti musulmani sono più inclini alla corruzione rispetto ai loro colleghi inglesi. Il processo di integrazione degli stranieri nelle forze dell’ordine inglesi non sta avvenendo senza problemi. L’ultimo è proprio legato a un rapporto riservato interno alla polizia stessa, e pubblicato dal quotidiano «The Guardian». Lo ha realizzato un capo ispettore di origini asiatiche e la tesi è chiara: «Tra gli ufficiali asiatici, in particolare i pakistani, i casi di corruzione sono circa 10 volti superiori a quelli registrati tra i loro colleghi inglesi». «Questo – prosegue il rapporto citato dal Guardian – dipende prima di tutto da ragioni culturali e dall’estensione delle loro famiglie». La necessità di provvedere al mantenimento di molti parenti sarebbe infatti una delle ragioni che spinge i poliziotti musulmani a cadere più facilmente in tentazione. L’accusa di razzismo nei confronti degli agenti di religione musulmana è stata immediata: «Come possiamo pretendere – si chiede un ufficiale di polizia musulmano – di chiedere maggior fiducia nelle forze dell’ordine agli immigrati, se esistono preconcetti di questo genere all’interno della stessa polizia? La realtà è che in Inghilterra un musulmano è considerato come un nuovo “zio Tom”». George Rhoden, rappresentante dei poliziotti di colore, precisa: «Siamo in totale disaccordo con i dati forniti da questa ricerca e li riteniamo destituiti da ogni fondamento. La strada per comprendere i casi di corruzione nella polizia non è quella di addebitarli ai musulmani».
Fonte: Corriere.it
“Essere musulmani” è solo una delle caratteristiche dei Pakistani, sempre che questo studio sia attendibile. Un libro interessante su questo argomento è La difesa della Razza, dove sono descritti tutti i meccanismi usati, in particolare dalla stampa, per fomentare l’odio razziale nel periodo fascista.