La decisione presa dal ministro Fabio Mussi, di dare il via libera dell’Italia ai finanziamenti europei per la ricerca sulle staminali embrionali, è stata oggetto di polemiche e discussioni, ma poi tutto è finito lì. Il colpo di mano personale, se tale è stato, è perfettamente riuscito. Nessuno, nel governo, ha chiesto a Mussi di tornare indietro, e il dissenso interno alla maggioranza non si è trasformato in iniziativa politica. Prodi ha chiuso il caso liquidandolo come un peccato veniale, un’uscita sconveniente e un po’ sbarazzina del ministro, ma niente che richiedesse misure più serie di un rabbuffo. […] Grazie al ministro, i cittadini italiani dovranno pagare sperimentazioni che non possono e non vogliono fare, visto che non soltanto sono vietate dalla legge italiana, ma con il voto referendario si è potuto accertare che meno del 20% del totale degli elettori è favorevole a utilizzare a questo scopo gli embrioni. […] Non siamo tra quelli che si stupiscono perché la maggioranza con cui il centrosinistra è andato al governo è esigua. Anche con un pugno di voti di scarto, se le regole lo consentono, si può governare, e bene. Ma arrogarsi, in base a quel pugno di voti, il diritto di scavalcare la volontà del 75% degli italiani, appare un po’ eccessivo. Per ironia del caso, il Parlamento europeo discuterà e deciderà i contenuti del 7° programma quadro (che stabilisce in quali progetti di ricerca saranno spesi 50 milioni di euro per i prossimi 7 anni) proprio a partire dal 13 giugno, anniversario del referendum sulla legge 40. Alcune associazioni, cattoliche e no, hanno preso l’iniziativa di scrivere una lettera aperta ai parlamentari europei, chiedendo che sia rispettata la volontà espressa dal popolo italiano un anno fa, e che in materie così delicate ogni Paese possa decidere in autonomia. Per fare questo, il Parlamento europeo dovrebbe votare contro il finanziamento della ricerca sulle staminali embrionali, tornando alla situazione precedente, e rendendo l’Italia coerente con se stessa.
Il testo integrale dell’articolo dell’ex femminista Eugenia Roccella è stato pubblicato sul sito di Avvenire
Si continua ad alterare il dato referendario, annettendosi l’astensionismo fisiologico, e si continua a rendere pesantissimo il quadro politico con ingerenze continue e plateali. Non sorprende, infine, che si contestino le somme spese per la ricerca: è necessario che il governo risparmi da qualche altra parte, se si vuole continuare a mantenere in piedi il gigantesco buco nero dell’Otto per mille e finanziamenti alla religione.