Adesso è ufficiale: la Religione resta fuori dalla pagella scolastica. Lo ha stabilito il ministero dell’Istruzione che questa mattina ha emanato una stringata, ma attesissima, nota in cui conferma quello che il Tar Lazio aveva intimato, senza troppo successo, per ben due volte al dicastero diretto da Letizia Moratti. […] Il caso è esploso a novembre dello scorso anno, quando il ministero dell’Istruzione emanò gli schemi di “portfolio delle competenze” e “scheda di valutazione” – relativi al primo ciclo di istruzione, che comprende l’ex scuola elementare e media – in cui la religione cattolica, e la sua valutazione, compariva assieme alle altre discipline e non su un documento a parte, così come stabilito dalla revisione del concordato Stato-Chiesa del 1985. Tra febbraio e marzo di quest’anno, a seguito di due ricorsi presentati da un gruppo di genitori, il Tar Lazio ha bocciato le “pagelle” contenenti la valutazione della Religione – che resta facoltativa – come una qualsiasi altra disciplina, ma il ministero dell’Istruzione è rimasto muto senza dare, secondo la Cgil, “disposizioni chiare alle scuole”. […] “Finalmente il ministero emana la nota attesa da marzo”, commenta ora la Cgil, sottolineando però che “la nota omette di ricordare che anche il giudizio sulle attività alternative va compilato su nota a parte, e che vanno sospese le parti del portfolio che riguardano la biografia degli alunni”.
Il testo integrale dell’articolo di Salvo Intravaia è stato pubblicato sul sito di Repubblica