I contrasti non sono soltanto fra mondo cattolico e sostenitori della «laicità». Attraversano e dividono Margherita e fronte prodiano; e lasciano preasagire lo smottamento di una parte dell’Unione verso il centrodestra, o verso l’anticlericalismo. Il tentativo di affrontare con logiche di maggioranza temi come la bioetica si conferma complicato. […] È la conferma che la questione lacera il centrosinistra, anche a livello europeo. E può avere riflessi non solo sui rapporti nell’Unione, ma fra Romano Prodi e il Vaticano. Era stato visto come gesto distensivo il colloquio dell’altroieri fra il sottosegretario Enrico Letta e il segretario della Cei, Giuseppe Betori. Ma i segnali del giorno dopo sembrano dire che l’incontro non ha sciolto le diffidenze dei vescovi verso il governo, e viceversa. E non soltanto perché qualcuno ha considerato irrituale la visita di un vescovo a Palazzo Chigi. Il «breve saluto» che Prodi e Betori si sarebbero scambiati a margine del colloquio è stato in realtà lungo e animato. E avrebbe confermato una coltre spessa di malintesi e sospetti reciproci. D’altronde, una Santa Sede portata a considerare bioetica, eutanasia e omosessualità come la frontiera delle nuove sfide, è destinata a entrare in rotta di collisione con l’Unione. […] Ma Palazzo Chigi sembra non cogliere ancora fino in fondo una novità: il capofila dell’offensiva oggi è Benedetto XVI, prima e più che il cardinale Camillo Ruini. E dunque l’inclinazione a scaricare le tensioni sul presidente della Cei potrebbe rivelarsi fuorviante. Dal modo in cui l’Unione si muove, emerge la difficoltà di camminare su questo crinale. E le iniziative delle componenti più anticlericali strattonano Prodi su posizioni che non sono le sue. Basta mettere in fila gli inviti a riformare la legge 40 sulla fecondazione assistita, confermata dal referendum di un anno fa: un modo per piantare la bandiera della laicità, o meglio del laicismo, davanti all’episcopato più che al centrodestra. Le conclusioni della riunione del comitato per la bioetica presieduto dal ministro dell’Interno, Giuliano Amato, sono emblematiche. Ieri il Comitato ha avallato la decisione del ministro ds Fabio Mussi, di revocare la firma italiana in Europa contro la ricerca sulle cellule staminali. Ma ha anche aggiunto, salomonicamente, che non ci saranno conseguenze sulla nostra legislazione. È una soluzione di compromesso, che incornicia una tregua politica effimera sui temi etici. E arma l’opposizione, lesta a parlare di «deriva zapaterista» dell’Unione e ad accusare la Margherita di cedere alla sinistra: critiche mirate, tese ad alimentare l’incomprensione fra governo e Vaticano.
Il testo integrale della nota di Massimo Franco è stato pubblicato sul sito del Corriere della Sera