Molto più pilatesca che salomonica. Anzi, farisaica. Gli aggettivi di derivazione biblica non mancano nei commenti ecclesiastici alla decisione del “Comitato Amato” di etichettare come «questione tecnica» il ritiro della firma italiana da parte del ministro Fabio Mussi, dalla “Dichiarazione etica europea” contro il finanziamento di ricerche che facciano uso di embrioni. «Una motivazione peggiore del gesto» dicono tra i vescovi, «perché apre scenari allarmanti, in quanto di questioni etiche si tratta e non di piccolo cabotaggio politico». A poco vale, per loro, l’aver precisato che la legge 40 non sarà toccata. Chi guarda il bicchiere mezzo pieno trova di che tranquillizzarsi dopo tante dichiarazioni «a ruota libera» di diversi ministri. Chi guarda il bicchiere mezzo vuoto commenta con un «ci mancherebbe!” che si metta mano alla Legge 40 ad un anno da un referendum così vincolante. […] Ecco perché il giornale cattolico “Avvenire” ha definito, in un editoriale di Francesco D’Agostino, presidente del Comitato nazionale di bioetica, «subdolo ed infondato» il ridurre a lobby l’azione di «chi difende con argomentazioni razionali, la vita e la famiglia». […] “L’Osservatore Romano” ha denunciato “l’indebita intrusione nell’ambito di valori che non sono negoziabili, neanche sotto il profilo meramente etico», con la quale si porta il Paese a scimmiottare grottescamente esperienze d’oltre confine, tradendo l’identità più profonda dell’Italia e la stessa volontà espressa dagli elettori». […]
Il testo integrale dell’articolo di Orazio Petrosillo è stato pubblicato sul sito del Messaggero