Unione: tensioni anche per il Gay Pride

Che ci fosse un filo di disagio lo si è capito quando la giunta torinese di centrosinistra, considerata l’ansia della Margherita, non ha concesso il parco Colletta per il gran finale del Gay Pride nazionale di sabato sera, «problemi di inquinamento acustico», tutti spostati a Collegno. Il filosofo Gianni Vattimo ancora se la ride, «è fantastico, quel parco confina pure col cimitero, non credo che i poveri defunti avrebbero obiettato sul rumore; e poi andiamo, è tutto l’inverno che passiamo dalle notti bianche olimpiche alle feste dei tifosi, mi sembra un po’ come arrestare Al Capone per evasione fiscale». ADESIONI – Sforzo lodevole ma inutile, peraltro. Perché poi salta fuori che l’appello «Esserci è diverso, io ci sarò!», l’adesione «al più importante appuntamento della comunità gay lesbica bisessuale e transessuale», è stato firmato tra gli altri dal presidente della Camera Fausto Bertinotti e dal ministro Emma Bonino. […] PROTESTE – Però, sospira Pierluigi Castagnetti, sarebbe stato meglio evitare: «Viviamo in un momento di relazioni difficili con la Chiesa italiana e il mondo cattolico, il governo ha bisogno di rasserenare il clima: ferma restando la laicità dello Stato sono molto preoccupato, proprio adesso mi sembra inopportuno, chi ha responsabilità istituzionali dovrebbe ispirarsi a un di più di prudenza per non aumentare le incomprensioni». […]
Il testo integrale dell’articolo di Gian Guido Vecchi è stato pubblicato sul sito del Corriere dela Sera
Non vi sono proprio incomprensioni. Tutti hanno perfettamente compreso che il reiterato interventismo ecclesiastico su praticamente ogni questione ha determinato una reazione uguale e contraria. Quanto alla prudenza delle istituzioni, non ricordiamo che Castagnetti si sia espresso allo stesso modo quando, ad esempio, il presidente del consiglio Giuliano Amato disse, a proposito del Gay Pride 2000, che “purtroppo c’è la Costituzione”. Fermo restando che, in quel modo, Amato prendeva parte a favore di chi voleva negare dei diritti, mentre Bertinotti e Bonino, in questo caso, aderiscono a una manifestazione che invoca più diritti. Non ci sembra affatto la stessa cosa.

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