Mentre a Strasburgo si vota sulle staminali a Roma continua la sfida trasversale sulla bioetica. L’intergruppo parlamentare sui valori nasce «orfano» di An e Lega, ma invita Prodi a comunicare ai suoi colleghi europei il «no» italiano alla ricerca sugli embrioni. L’audizione dei ministri Turco e Mussi serve invece per ribadire che il governo non vuole modificare la legge 40 sulla fecondazione assistita. Con la Cdl che continua a chiedere il dibattito in aula e il ministro diessino della Ricerca che parla di «referendum fallito». L’intergruppo Persona e Bene comune, contestato da una parte di Ds e Margherita che sui temi etici preferirebbero un tavolo dell’Ulivo, parte con un centinaio di adesioni dei diversi partiti della Cdl insieme ad alcuni esponenti dell’Udeur e dei Dl. Ma al suo battesimo a Montecitorio disertano i parlamentari di An e della Lega che non hanno gradito il «no» dei diellini alle mozioni presentate dal centrodestra al Senato. Vale a dire la richiesta di dibattito in aula sul ritiro, da parte di Mussi, della firma italiana dalla «dichiarazione etica» in sede Ue. Ma, visto che nel frattempo a Strasburgo è passata la libertà di ricerca sulle staminali embrionali, l’udc Luca Volontè pensa che sia meglio lasciar perdere il ministro diessino: «A noi non interessa la testa di Mussi o di altri, ma la testa dell’embrione». Dichiarazione di pace con il governo? Neanche per sogno: «Ora ci rivolgiamo al presidente del Consiglio perché l’ultima parola in tema di politica europea fa capo a lui». E infatti l’intergruppo esce dalla conferenza stampa a Montecitorio con un appello a Prodi: «Garantisca il voto contrario dell’Italia al finanziamento, nell’ambito del settimo programma quadro europeo, di ricerche che implichino la distruzione di embrioni umani, in coerenza con la legge 40 e con la volontà popolare». Ferdinando Adornato precisa che il premier dovrebbe portare il suo «no» al Consiglio d’Europa del prossimo 24 luglio. Fatto sta che la richiesta è trasversale e quindi avanzata anche da esponenti della Margherita come Bobba e Binetti. Enzo Carra, ugualmente diellino, aggiunge che i parlamentari dell’Unione che aderiscono all’intergruppo chiederanno un incontro con Prodi per spiegare l’appello. Là dove il presidente del Consiglio dovrà trovare una sintesi che accontenti tutti. […]
Il testo integrale dell’articolo di Roberto Zuccolini è stato pubblicato sul sito del Corriere della Sera