Laici e cattolici: un intervento del circolo UAAR di Roma

Sul sito di REPUBBLICA alla data del 16 giugno 2006 è riportato il seguente trafiletto:
Approvato il programma quadro per il periodo 2007-2013. “L’Ue deve finanziare la ricerca sulle cellule staminali embrionali”. La Cdl al governo: “Voti no in Europa”. E al Senato è polemica laici-cattolici.
E ancora, all’interno dell’articolo è riportato il seguente passo:
Tuttavia proprio oggi l’Intergruppo “Persona e Bene comune’, costituito da esponenti cattolici dei due poli (tra cui Paola Binetti e Luigi Bobba, Luca Volontè e Domenico Di Virgilio) ha lanciato un appello al presidente del Consiglio Romano Prodi, “affinchè garantisca il voto contrario dell’Italia al finanziamento, nell’ambito del Settimo programma Quadro europeo, di ricerche che implichino la distruzione di embrioni umani”.
Il giorno precedente un altro articolo sullo stesso tema riportava:
L’ira dei cattolici. Così mentre Mussi, durante l’audizione, ripete con forza che “non c’è una guerra tra cristiani e laici”. Ma semmai uno “scontro che attraversa corpi politici elettorali e che rappresenta una chance per trovare nuovi confini.
Di fronte al ripetersi di tale uso improprio di terminologie è dovere del sottoscritto sottolineare quanto segue:
Gli orientamenti religiosi individuali di deputati e senatori non possono e non devono essere indicativi del loro atteggiamento nei confronti di scelte politiche che riguardano il paese. In particolare è dovere del sottoscritto sottolineare che non si può intendere la laicità come opposto della religione, ma come opposto del confessionalismo; in quanto la religione è una scelta individuale soggettiva, mentre la laicità è un atteggiamento oggettivo che ciascun cittadino (indipendentemente dalla sua personale fede) e che lo stesso stato (indipendentemente dalla religione di maggioranza) dovrebbero saper assumere nei confronti di tutti senza imporre (a chi non li condivide) dogmi, precetti simboli, usi o rituali di uno o più tra i 684 culti censiti al mondo. A fronte di ciò, trovo che la contrapposizione laici-cattolici (ampiamente utilizzata dalla stampa italiana) sia totalmente sbagliata e terribilmente fuorviante per i lettori e per l’opinione pubblica, e che la stessa dovrebbe invece essere sostituita con la contrapposizione laici-confessionalisti (perchè di questo si tratta). Credo anche che la stampa debba imparare ad assumersi le proprie responsabilità e a dare le giuste definizioni circa le numerose questioni in cui la religione entra prepotentemente ed abusivamente nella vita politica del nostro paese per cause che esulano dalla natura stessa delle fedi religiose individuali, ma dipendono in misura fin troppo evidente dalla totale incapacità di relazionarsi con chi è diverso, e dalla mancanza di rispetto per le sue diverse convizioni religiose : atteggiamenti tipici solo di alcuni adepti delle numerose correnti religiose (non ultima quella dei cattolici).
Francesco Saverio Paoletti
Coordinatore del circolo UAAR di Roma – e-mail: roma@uaar.it

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