[…] Un intervento di monsignor Domenico Fisichella […]: «Prima di qualsiasi forma di appartenenza politica», ha osservato il monsignore, «deve essere riconosciuta l’appartenenza ecclesiale. Non è pensabile una divisione tra cattolici, mentre è auspicabile la loro adesione massima. La mediazione è sempre benvenuta in politica, ma la mediazione di principi etici non si può invocare».
Fonte: L’Arena
Forse in molti non sanno che Monsignor Fisichella è cappellano di Montecitorio. Per la precisione, è rettore della chiesa di San Gregorio Nazianzeno limitrofa a Montecitorio: ovviamente nessuna istituzione gli ha assegnato l’incarico di “cappellano di Montecitorio”, ma pare che monsignore ci tenga molto, e del resto anche Avvenire gli attribuisce tale titolo. Alla luce delle dichiarazioni di cui sopra, ci riesce facile immaginare le confessioni dei deputati cattolici: “Monsignore, ho peccato, ho anteposto l’appartenenza politica al momento della votazione di finanziare con soldi pubblici una manifestazione religiosa”. E di rimando Fisichella: “Male, molto male, tre pateravegloria, e ricordati di non sbagliare al momento della votazione sui PACS, altrimenti scordati l’assoluzione”.
Ci scherziamo sopra, ma si tratta di dichiarazioni gravissime: con quale fiducia si potrà d’ora in poi dare il proprio voto a un candidato cattolico? Si attendono smentite (che quasi sicuramente non giungeranno).