Le vie della Madonna sono infinite. Così recita un link dell’home page di RadioMaria, in etere su almeno tre frequenze in ogni città italiana! Ma se Padre Livio lamenta la scarsa diffusione del segnale italiano in Cina certo godrà dell’invadenza del suo segnale a Napoli: sei megaimpianti puntati sulla città partenopea non sono sufficienti; così RadioMaria pretende anche i 200wat di RadioAzzurra, emittente gestita da una cooperativa che lavora con e per i portatori di handicap. RadioAzzurra è solo l’ultima vittima della crociate sull’etere di RadioMaria e RadioVaticana. Se da pochi anni si è concluso positivamente il ripetuto tentativo di Radio Vaticana di sottrarre i romani 87.900 a RadiOndarossa, a Cesano si continua a morire per i disumani ripetitori di RadioVavicana.
L’articolo è stato pubblicato sul sito di Indymedia
A questo link, raggiungibile l’appello di Radio Azzurra
L’onda di Radiovaticana, articolo di marzo di Liberazione a proposito degli esiti delle onde elettromagnetiche delle emittenti vaticane:
[…] In risposta proprio ieri i comitati hanno inviato un appello al sindaco Veltroni denunciando «nuovi casi di tumori emolinfatici». «Almeno sette», precisa Raffaele Capone, presidente del Coordinamento, elencandone con precisione le località. Una drammatica aggiunta agli elenchi che sono già all’esame dei magistrati. Colpa dell’elettrosmog, insistono gli abitanti, ricordando che la perizia formulata per la Procura «non aveva affatto escluso il nesso» tra le emissioni e la maggiore incidenza delle malattie del sistema emolinfatico. Per contestare questa tesi, Radiovaticana ha opposto i giudizi dell’oncologo Umberto Veronesi – «le onde non sono mutagene» – e il parere espresso nel 2002 dal ministero della Sanità. Ma i comitati non si arrendono. Hanno inviato la loro lettera anche al Tribunale e intanto fanno gli scongiuri. «Qui la Radiovaticana entra dappertutto, anche sul telefono», ribattono. Hanno chiesto al giudice un’indagine epidemiologica che richiederebbe sicuramente tempo, non più di 18-24 mesi secondo Andrea Micheli dell’Istituto tumori di Milano. Se il cosiddetto “incidente probatorio” superasse la durata massima prevista per le indagini preliminari il magistrato potrebbe anche decidere di lasciar perdere. «Ma non sarebbe giusto – obietta Capone – perché non è la prima volta che un’inchiesta si protrae più a lungo. Da quanto durano, per esempio, le indagini sulla strage di Ustica?». Quello pendente è il secondo procedimento a carico dell’emittente vaticana in materia di onde. Il primo, sostenuto anche allora ministro Willer Bordon, si è concluso il 9 maggio 2005 con una condanna a dieci giorni di reclusione e sospensione della pena dell’ex direttore padre Pasquale Borgomeo e del cardinale Roberto Tucci, presidente del Comitato di gestione. Il reato è “getto pericoloso di cose”, cioè delle onde, dal territorio vaticano delle antenne a quello italiano delle abitazioni. Per l’emittente del Vaticano, che è subito ricorsa in appello, i tribunali della Repubblica non sarebbero neppure competenti a giudicare l’operato di «un ente centrale della Santa Sede». Una tesi ribadita, qualche giorno fa, da padre Federico Lombardi, nuovo direttore della radio. […] Santa Maria di Galeria è lontana dal palazzo Pio dove Benedetto XVI ha girato per le molte redazioni linguistiche dell’emittente. Quattrocento dipendenti di 59 nazionalità e un numero imprecisato di collaboratori, gestione affidata d sempre ai gesuiti e negli ultimi tempi un cambio di direttore e migliori rapporti con la Segreteria di stato. Un colosso “storico” nella comunicazione della Santa sede, impegnato anche a fornire l’audio alle immagini del più giovane Centro televisivo, struttura ancora separata ma affidata alla direzione dello stesso Lombardi. E tutto questo è appena uno spicchio del più vasto arcipelago dei media cattolici, tutte parrocchie che non sempre si amano tra loro. La Cei, ad esempio, ha la sua tv e le sue radio sempre più potenti. Discorso a parte per i sistemi informativi in mano ai paolini o per alcune emittenti di successo messe su da preti intraprendenti, come Radio Maria o Telepace.