«Tu quoque Brunetta?». Anche tu ti metti a pugnalare la vita nascente in nome della povera scienza e del futuro dell’umanità meno dolente grazie al sacrificio degli embrioni? Non riesco a crederci. Ti metti anche tu a servir messa a Mussi, come i cattolici dell’Unione. Almeno loro devono farlo perché – come dice Cossiga – schiacciati dalla repressione leninista. Ma tu? Fine della perorazione forse un po’ troppo confidenziale. Ma proprio me l’ha tirata. Anche perché noi di Libero sbaviamo per lui, forse più di Berlusconi che l’ha voluto suo ascoltatissimo consigliere. Riconosco del coraggio etico al professor Renato Brunetta. È contro i ribaltoni in sede di riforma costituzionale, ed è – come me – per il sì al referendum che in Italia li vieterà. Poi pratica di fatto il ribaltonismo europeo. Non glielo imputo. «È meglio obbedire a Dio che agli uomini», c’è scritto negli Atti degli Apostoli. E lui obbedisce al Dio che gli parla tramite la coscienza. Un Dio con le corna, secondo me, ma va bene così. Ci sono cose che ci urlano nel petto più della conformità al proprio schieramento. Ma per essere ribaltonista, Brunetta lo è. E, da eurodeputato della Casa delle libertà, finisce per passare al nemico, aderendo ad un disegno culturale nichilista e insieme buonista che è l’anima dello zapaterismo e prodismo europei. Ratzinger dice: nichilismo. Dopo una simile serie di epiteti, è possibile che Brunetta mi sfidi a duello. Mi do già per morto, ma tiro diritto. Il ministro diessino della ricerca scientifica a Bruxelles ha schierato il nostro Paese contro una legge democraticamente approvata. Oltretutto fatta propria in modo impegnativo dal governo Berlusconi, e consolidata dagli esiti del referendum del giugno del 2005. Mussi a Bruxelles ha tolto il veto italiano a che i finanziamenti per la ricerca in campo medico finiscano a coloro che per far del bene ai malati sacrificano gli embrioni. […]
La risposta di Renato Farina è stata pubblicata sul sito di Libero