Il Vangelo, Dio, i non credenti.

Gentile Piero Sansonetti, nell’articolo “Le due Chiese” su Liberazione del 17 giugno, scrive: “Opponiamoci alla Chiesa e al suo pensiero fondamentalista che punta a mettere Dio e un modello patriarcale di società innanzi a tutto, sacrificando i diritti della donna , della scienza, della collettività umana”. Chi legge è portato a pensare che mettere innanzi a tutto l’uno o l’altro, Dio o modello patriarcale, sia la medesima cosa. Ma come potrebbe Dio sacrificare i diritti della donna, la scienza, la collettività umana? È quindi necessario specificare che spesso il Dio della Chiesa cattolica, non risponde al concetto che credenti e non credenti possono farsi del Dio del vangelo. Non risponde al concetto di un Dio giusto. Altrimenti si crea l’equivoco: la Chiesa, almeno per quanto riguarda Dio, fa il suo dovere, e nessuno può biasimarla! E scrive ancora: “Il problema – per noi che non siamo cristiani, credenti – non è quello di censurare l’atteggiamento del papa e del Vaticano”. Bella questa! E perché? Io credo che i non credenti, più obiettivi dei credenti, giacché non devono cieca obbedienza alla Chiesa, non solo hanno il diritto di biasimare il papa e il Vaticano quando, anche solo a parole, violano i diritti delle persone, ma hanno il dovere di farlo. La Chiesa ha una grave responsabilità: influisce fortemente sulla società, fatta di credenti e non credenti: e non può permettersi di essere “due Chiese”; perché l’una vanifica l’altra. Quando la Chiesa parla a favore dei migranti, fa solo il suo dovere, vale a dire è se stessa, è Chiesa; e non deve essere lodata per questo (è il minimo che ci si aspetta da essa!); quando sbaglia, nega se stessa, non è Chiesa, e deve essere censurata da tutti, credenti e non credenti, i quali non devono essere contro la Chiesa, ma contro gli errori della Chiesa. Io credo sia proprio compito del non credente, più che del credente, indurre la Chiesa a riflettere, a correggersi, a diventare Chiesa.
La lettera è stata pubblicata su Liberazione di oggi