Nella formazione della dottrina sociale della Chiesa “i pontefici non si mostrano favorevoli a un progetto etico politico, economicistico e tecnocratico, che concede il primato assoluto alla prassi”. In tal modo “la persona e la vita sociale verrebbero profondamente spoliticizzate. Il bene comune, bene essenzialmente etico e umano, sarebbe ripiegato quasi esclusivamente verso i beni materiali”. Di conseguenza “lo scopo politico si tramuterebbe “in funzione tecnica ed economica, si appiattirebbe in un universale produrre o amministrare cose”. È quanto si legge nella relazione che il cardinale Tarcisio Bertone, appena nominato nuovo Segretario di Stato da Benedetto XVI, avrebbe dovuto leggere questa mattina al IV Simposio europeo dei docenti universitari che si tiene in questi giorni a Roma presso l’Universita’ del Sacro Cuore.[…] Titolo del testo: “La dottrina sociale della Chiesa per un nuovo umanesimo degno dell’amore”. La relazione del cardinale ripercorre alcuni tratti fondamentali del rapporto fra democrazia, ecomia, politica e visione cristiana della storia. In particolare, si sofferma sulle implicazioni economico-sociali della dottrina della Chiesa. Criticando una prospettiva puramente tecnicistica della politica, il porporato aggiunge: “La politica acquisterebbe la fattispecie di scienza della produzione e invocherebbe il governo di soli esperti. In una societa’ ridotta a grande officina o ad alveare produttivo, la democrazia e il pluralismo sociale, avrebbero il significato di inammissibili ostacoli all’efficienza economica”.
Lancio Adnkronos