Malaysia: la legge non dà il diritto a Lina Joy di convertirsi al cristianesimo

Tutte le chiese cristiane della Malaysia sono impegnate in una campagna di preghiera perchè vengano riconosciuti i diritti di Lina Joy, una cristiana malaysiana convertita dall’islam. Il 26 giugno prossimo la Corte Federale deciderà se la legge può o non può riconoscere la sua conversione. Lina Joy (un tempo si chiamava Azlina Jailani), si è convertita al cristianesimo nel 1998. Ha chiesto che venisse tolta la parola “Islam” dalla sua carta d’identità (che esprime la religione di appartenenza) prima all’Anagrafe e poi alla Corte di Appello. Entrambe le istanze hanno rifiutato. Il motivo è che Lina Joy, essendo di etnia malay, è considerata “d’ufficio” musulmana e “non può cambiare religione”. Tutte le questioni religiose dei malay – anche la loro conversione ad altre religioni – vanno giudicate dalla corte islamica e non dalle leggi generali del paese. Il problema di Lina Joy è che se non viene riconosciuta come cristiana, sarà costretta a sposare un musulmano, con rito musulmano e dovrà sottostare alle leggi islamiche su matrimonio ed eredità. Il suo caso apre il dibattito sull’effettiva libertà religiosa presente in Malaysia dove, oltre ai malay, vi sono gruppi indiani e cinesi, appartenenti ad altre religioni. Di fatto nel paese esistono due legislazioni: quella islamica e quella costituzionale che spesso entrano in conflitto. Nel caso di Lina Joy è evidente: la Costituzione garantisce la libertà di religione; la legge islamica proibisce la conversione a un’altra religione. […]
L’articolo è stato pubblicato su Asia News

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