Destino paradossale, per un seggio destinato ad accogliere una comitiva di suore. Sono arrivate tutte insieme, su un pulmino che dal Cottolengo le ha portate alla sezione 5. Quando hanno varcato la soglia della stanza, in crocchio, il crocifisso di solito affisso alla parete non c’era già più. Il presidente non ha aspettato le polemiche: «All’interno del seggio non devono esserci simboli religiosi che possano condizionare direttamente o indirettamente il voto degli elettori», ha fatto verbalizzare Daniele AIbertini mentre, da poco arrivato, appoggiava in disparte la croce. […]
Fonte: la Provincia
È una bella notizia, anche perché dimostra che chi crede nei valori della laicità e nel pluralismo, in una repubblica democratica e civile, può e deve agire senza creare pregiudizio per alcuno. Comportamento limpidamente laico ma non altrettanto ampiamente esteso nei ruoli sociali e individuali nella maggioranza dei cittadini italiani.
Entrato nel locale del seggio e vista la presenza di un arredo “incoerente con la funzione” che il seggio deve svolgere, nella sua qualità di presidente, lo ha rimosso senza alcuna polemica. Nessuno dei componenti del seggio ha contestato il fatto.
Alcune ore dopo una giornalista del quotidiano della Provincia entrava per chiedere se vi fossero novità. Riceveva la notizia dal presidente che quello era un seggio in cui avevano votato un discreto numero di suore. Nel dialogo il presidente comunicava inoltre alla giornalista la rimozione del crocifisso. Il quotidiano prese subito la palla al balzo e creò “la notizia”, metteva in evidenza la supposta contraddizione “dentro le suore ma fuori il crocifisso”. Un titolo che ci ha fatto piacere perchè ricorda che la lotta per la laicità continua, contro ogni aspetto di discriminazione e di contraddizione rispetto al valore della laicità.
L’articolo di oggi però non riporta un antefatto. Nelle elezioni amministrative del 28 e 29 maggio ultimo scorso Daniele Albertini, allora in qualità di mero elettore, chiedeva al presidente la rimozione del crocifisso nel seggio in cui si era recato a votare. Il presidente chiese e ottenne che il seggio votasse. Risultato: il crocifisso rimaneva, però l’Albertini fece mettere a verbale la sua richiesta.
Questa volta, invece, il suo ruolo laico al servizio dello stato e l’imparzialità della sua determinazione, lo hanno premiato, facendo fare un passo avanti anche al circolo UAAR di Varese.
Circolo UAAR Varese