Il Papa ai mass media: rispettate la famiglia

Cari mass media, un po’ di rispetto per la famiglia e il matrimonio. Alla vigilia del quinto Incontro internazionale delle famiglie che si terrà a Valencia, in Spagna, Benedetto XVI è tornato a levare alta la voce a difesa della vita, della sua inviolabilità «dal concepimento alla conclusione naturale», e della famiglia basata sul legame coniugale fra l’uomo e la donna «secondo il disegno impresso dal Creatore nella natura umana». Ma nelle sue parole, stavolta, c’è un elemento nuovo: un esplicito appello alla responsabilità rivolto al mondo dei mass media. Ciò perché vi sono mezzi della comunicazione sociale che «denigrano o ridicolizzano l’alto valore del matrimonio e della famiglia – ha denunciato il Papa – favorendo così l’egoismo e il disorientamento, invece della generosità e del sacrificio necessari per mantenere vigorosa questa autentica “cellula primaria” della comunità umana». […] Ha fatto da fil rouge a queste riflessioni l’id entificazione dei «valori più alti, radicati nel cuore delle persone e nel tessuto sociale»; valori non negoziabili che «sono come l’anima dei popoli» e danno fondamento e sostegno al pieno sviluppo della dignità umana. Perciò il Papa ha espresso «preoccupazione per alcune tendenze che cercano di limitare il valore inviolabile della stessa vita umana, dal concepimento alla morte naturale, o di dissociarla dal suo ambiente naturale, com’è l’amore umano nel matrimonio e nella famiglia». La Chiesa «promuove la cultura della vita», ha aggiunto, «non solo per motivi strettamente confessionali»; le sue preoccupazioni, infatti, sono condivise da molti anche sulla base di «motivazioni etiche e razionali». […] Altro atteggiamento richiede la sollecitudine verso le sorti della comunità umana: «Sostenere la famiglia, aiutarla a svolgere i suoi compiti indispensabili, è guadagnare nel contempo coesione sociale e, soprattutto, rispettare i suoi specifici diritti – ha scandito Benedetto XVI – che non possono essere dissipati in presenza di altre forme di unione che pretendono di usurparla».
Fonte: Avvenire.it

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