A settembre saranno aperti gli archivi vaticani del pontificato di Pio XI

«Per salvare un’anima, sarei pronto a trattare anche col diavolo». Dal 18 settembre saranno messi a disposizione degli studiosi tutti i documenti contenuti nell’Archivio segreto vaticano, riguardanti il pontificato di Pio XI, dal 6 febbraio 1922, data della sua elezione al pontificato, al 10 febbraio 1939, quando morì alla vigilia del suo incontro con i vescovi italiani convocati a Roma nel decennale della Conciliazione. Questa apertura, annunciata ieri in Vaticano, consentirà di valutare e approfondire l’arco completo di un pontificato che fece di tutto per non restare schiacciato dai totalitarismi nel ‘900 e che è spesso rimasta confinata in vicende specifiche, in ricerche settoriali, in diari, studi, pubblicazioni riguardanti questo o quel momento del pontificato di Pio XI. Si pensi al rapporto tra la Chiesa e il fascismo, per ora scarsamente esplorato. Infatti è mancata finora una visione complessiva e totale del pontificato e del suo magistero sia all’interno della Chiesa, sia nei rapporti con gli Stati. Il periodo aperto ora alla ricerca storica è certamente tra i più drammatici e tragici del secolo scorso. Sono gli anni del totalitarismo inumano: comunista, nazista, fascista, dell’anticlericalismo crudele in Messico, della guerra civile in Spagna con il suo carico di violenze contro i cattolici e il sostegno a Franco di truppe italiane e tedesche, dell’affermarsi del razzismo in una Germania tesa sempre più ad estendere il suo dominio sull’Europa e pronta ad allearsi con la Russia di Stalin. Ma sono anche gli anni della Conciliazione con l’Italia, del Concordato con il Reich, pochi mesi dopo l’ascesa al potere di Hitler, della conquista dell’Impero in Etiopia, della crisi della Società delle nazioni, mentre più incombente si fa la minaccia di un nuovo ancor più cruento conflitto. […]
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