Vengono elencate le possibili strategie riproduttive, sia nella specie umana che negli animali non umani, alcune comuni, altre rare, in cui un individuo stabilisce delle relazioni con uno o più individui di sesso opposto, talora anche dello stesso sesso. Viene definita la “polyamory” e le sue varie modalità. In particolare viene brevemente descritto il comportamento sessuale del bonobo e sottolineate le somiglianze con quello dell’uomo. Viene illustrata la diffusione della “poligamia” (in genere) nelle culture “primitive”. Vengono illustrati i vantaggi dell’amore con più partner, specialmente per quanto riguarda la durata ed il benessere psicologico dei partner e dei figli, nonché la maggiore soddisfazione sessuale. Tra i diversi numeri di persone che possono costituire un gruppo di più di due persone, il 3 sembra il più vantaggioso, perché è molto stabile e durevole, dà la massima eccitazione quando ciascuno dei tre si trova al centro dell’attenzione degli altri due, è facile da gestire e corre minore rischio di rottura. Vengono quindi esaminati vari caratteri morfologici, fisiologici e comportamentali della specie umana che sembrano costituire un adattamento biologico alla poligamia e specialmente alla poliandria (rapporto di una femmina con due o più maschi). Il dimorfismo sessuale è modesto nella specie umana, con maschi poco più grandi delle femmine, e ciò costituisce un indizio di poliandria. Nell’evoluzione umana negli ultimi 4 milioni di anni si è assistito ad una riduzione del dimorfismo sessuale, con graduale passaggio dall’originaria poliginia (rapporto di un maschio con più femmine) alla poliandria. I testicoli dell’uomo sono più grandi di quelli delle specie poliginiche e più piccoli di quelli dello scimpanzé (poliandrico), indicando una situazione di parziale competizione spermatica, tipica della poliandria. Lo scroto dell’uomo, bene sviluppato, ha la funzione di raffreddare gli spermatozoi ed indica quindi la presenza di competizione spermatica, tipica della poliandria. Il pene dell’uomo è più grande di quelli di tutte le scimmie antropomorfe ed è un’altra prova di competizione spermatica. La forma del pene dell’uomo è particolare, con la massima larghezza all’apice, e funziona come un pistone di suzione, che rimuove il tappo vaginale molle e quindi espelle gli eventuali spermatozoi immessi da un altro maschio, in una situazione di poliandria. Gli spermatozoi umani sono estremamente polimorfi: oltre ai normali spermatozoi a testa grande, fecondatori, ve ne sono anche di altri tipi, tra i quali quelli con coda a spirale, che hanno la funzione di bloccare i canali nel muco cervicale per impedire il passaggio di spermatozoi che potrebbero provenire da un altro maschio, e quelli piriformi o con testa sottile, con funzione di cercare e distruggere eventuali spermatozoi provenienti da altri maschi; essi sarebbero inutili se non fosse normale l’accoppiamento di una femmina con più maschi successivi. I seni penduli permanenti sono unici tra i Mammiferi e la loro funzione potrebbe essere quella di rendere le femmine che non allattano simili a quelle che allattano, così dissimulandone il potenziale riproduttivo e facilitandone l’accoppiamento con maschi diversi da quello “primario”, in una situazione di poliandria. Il numero di spermatozoi per ejaculazione nell’uomo è intermedio tra quello modesto di gorilla e orang-utan e quello elevato dello scimpanzé, indicando una strategia riproduttiva almeno intermedia tra la monogamia e la poliandria. L’ovulazione nascosta nella donna è quasi unica tra i Primati, con assenza delle clamorose manifestazioni di rigonfiamento e di variazione di colore e di odore tipiche delle altre specie, e permetterebbe alle femmine di eludere la sorveglianza del maschio “primario”, in una situazione di monandria “di facciata”. La posizione “del missionario”, che l’uomo ha in comune col bonobo, è poco favorevole alla fecondazione, e sembra connessa con un uso del sesso a scopo sociale e di pacificazione più che riproduttivo, in una situazione di promiscuità. In seguito vengono esaminate due differenti modalità di incontrare più partner, e cioè incontrandoli separatamente, oppure facendo l’amore di gruppo. Per quest’ultima modalità vengono elencati vantaggi e possibili precauzioni. Tra i vantaggi spicca quello, notevole, di poter fare l’amore all’aperto. Una prova della maggior libertà sessuale di cui godevano le donne in passato è dato dalla constatazione che il rapporto causale tra coito e fecondazione non era noto fino ad un’epoca abbastanza recente; di ciò, oltre alla testimoniannza di Malinowski, che studiò i Trobriandesi un secolo fa, vi sono anche molti indizi linguistici e sociali presso molti popoli. Infine viene discussa la teoria, sostenuta da numerosi Autori, secondo cui la poliandria causa una riduzione della fertilità, e viene suggerito che un ritorno alla poliandria potrebbe costituire un freno all’insensata attuale esplosione demografica della specie umana. In appendice si trovano: un elenco delle persone celebri che praticarono l’amore con più partner, un elenco degli Autori a favore delle relazioni sessuali con più partner, un elenco degli Autori a favore della libertà sessuale in genere, un elenco di storie vere, un elenco di associazioni che promuovono l’amore con più partner, un elenco delle specie di Primati citate, una bibliografia, un indice analitico e un indice generale.
“L’amore con più partner” di Carlo Consiglio (CEDIS, Roma, 103 pp., € 15,00) si può consultare online. Si può acquistare versando l’importo di euro 17,00 (comprese spese di spedizione) sul conto corrente postale 35245000 intestato a Carlo Consiglio, Via Angelo Bassini 6, 00149 Roma, quindi preparando una fotocopia della ricevuta ed inviandola al fax 06/55261729 indicando l’indirizzo postale a cui il libro va spedito.