Giornata di sangue a Bagdad, giustiziati decine di sunniti

Decine di civili sunniti sono stati uccisi stamani a Bagdad in un attacco condotto da miliziani sciiti nel quartiere a maggioranza sunnita Al-Jihad, nella parte occidentale di Bagdad. Il numero dei morti per ora è imprecisato, alcune fonti parlano di 20, altre di 40, qualcuno addirittura di 50 persone cadute per mano dei miliziani. Probabilmente si tratta di una rappresaglia per un attentato della notte scorsa contro una moschea sciita, costato la vita a tre persone. Il sanguinoso episodio di pulizia etnica, (in mattinata una fonte del ministero dell’interno ha detto che “uomini armati stanno uccidendo civili sunniti in base alla carta d’identità”), è il più grave finora registrato a Bagdad e rischia di infliggere un colpo mortale al piano di riconciliazione del premier Nuri al-Maliki, che secondo il quotidiano Azzaman sarebbe esposto al rischio di una “pericolosa escalation” con cui “alcuni gruppi legati a importanti protagonisti del processo politico e altri che vi si oppongono” cercherebbero di farlo naufragare. La spietata rappresaglia a Bagdad è scattata stamani quando, a poche ore dall’attentato contro la moschea sciita, gruppi di miliziani sciiti con l’immancabile camicia nera hanno allestito dei posti di blocco vicino al luogo di culto, fermando le auto di passaggio per verificare l’identità degli occupanti. Secondo fonti giornalistiche locali, i sunniti bloccati dai miliziani – compresi donne e bambini – sono stati giustiziati sul posto. Funzionari del ministero degli interni hanno riferito che almeno 20 cadaveri sono stati trasferiti nel vicino ospedale Yarmuk. Altre fonti parlano invece di un bilancio molto più grave. […]
Fonte: Repubblica.it

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