È un giallo la scomparsa di Gianmario Roveraro, finanziere di lungo corso e ideatore, tra l’altro, della complessa operazione che aveva portato la Parmalat di Calisto Tanzi a quotarsi in Borsa, nel 1990, salvando per la prima volta le sorti del gruppo di Collecchio. Roveraro, 70 anni, tre figli, originario di Albenga, Savona, vive a Milano con la moglie Silvana . Nel pomeriggio di mercoledì della scorsa settimana il manager è uscito di casa a piedi per partecipare a un incontro dell’Opus Dei, da cui però non è tornato. In serata ha telefonato alla moglie per comunicarle che non sarebbe rincasato per impegni di lavoro. Il finanziere era uscito solo con la 24 ore senza effetti personali. L’ultima telefonata a casa l’ha fatta il giorno dopo per chiedere di sbloccare un milione di euro da una società di gestione patrimoniale di famiglia per un non meglio specificato «affare» che stava concludendo all’estero, probabilmente in Austria. La moglie, insospettita e preoccupata, lo ha atteso per tutta la giornata di giovedì e poi ha telefonato all’avvocato di famiglia, Domenico Contestabile. […] Alla fine degli anni ’90 il manager scomparso è stato presidente della Fondazione Rui, che gestisce collegi universitari affidando la formazione religiosa degli studenti alla Prelatura dell’Opus Dei. È stato inoltre fondatore, negli anni ’70, della Faes, Associazione famiglia e scuola: una costellazione di istituti scolastici, dalle elementari alle superiori, dove l’assistenza spirituale è, anche in questo caso, affidata ai sacerdoti della Prelatura dell’Opus Dei. E la Prelatura fondata da san Escrivà de Balaguer reagisce alla misteriosa scomparsa del proprio membro «soprannumerario» (membro coniugato) tramite il portavoce Giuseppe Corigliano: «stiamo pregando e siamo vicini alla famiglia». Roveraro fa parte dell’Opus Dei fin dagli anni ’60.
Fonte: l’Arena