[…] Credo che gli Stati Uniti, nonostante la fede evangelica pubblicamente ostentata dal suo presidente, resti sostanzialmente fedele ai principi dei suoi costituenti.Ma nella prassi dei rapporti fra Stato e Chiesa sono intervenuti in questi ultimi anni alcuni interessanti cambiamenti. Il primo di essi concerne i finanziamenti dello Stato alle scuole confessionali. Come appare evidente dal discorso di Kennedy, la dottrina separatista, in quegli anni, era risolutamente contraria. Ma da qualche tempo l’America ha adottato una linea più flessibile. La materia è trattata da Adelaide Madera in un articolo sui simboli religiosi nell’ordinamento statunitense, apparso in un volume dell’editore Giuffré («I simboli religiosi tra diritto e culture», a cura di Edoardo Dieni, Alessandro Ferrari e Vincenzo Pacillo). Secondo l’autrice dell’articolo «la più recente giurisprudenza della Corte Suprema (…) ha manifestato atteggiamenti di maggiore apertura nei confronti delle istanze delle organizzazioni di emanazione confessionale, di accedere a forme di finanziamento pubblico, su un piano di parità rispetto ad organizzazioni secolari». Anche in America, come in Italia, si è affermata la convinzione che le scuole private svolgano una funzione pubblica e che gli aiuti statali, a determinate condizioni, siano giustificate. Il problema più discusso e controverso della società americana in materia di rapporti fra Stato e Chiesa è oggi quello dei simboli religiosi. […]
Il testo integrale dell’articolo di Sergio Romano è stato pubblicato sul sito del Corriere