Spagna, le coppie gay finiscono sui libri di scuola

Avere due mamme o due papà? è qualcosa di assolutamente normale, né più né meno come vivere in una famiglia tradizionale. Nella Spagna di Zapatero, che da un anno ha aperto la strada ai matrimoni gay, la nuova realtà sociale verrà spiegata così ai bambini e ai ragazzi, a partire dai dieci anni. Disposizione del ministero dell’Educazione, che detta ai professori le norme per l’insegnamento di una nuova materia obbligatoria, l’Educazione alla cittadinanza e ai diritti umani, prevista dalla nuova legge in base alla quale l’ora di religione non è valutabile per il giudizio sull’alunno. La polemica, ancora una volta, è servita. Il Parlamento sovrano discute e decide a maggioranza, la Conferenza episcopale non ci sta e alza la voce. E non si tratta solamente dello spinosissimo dibattito sul modo di intendere la famiglia. Sotto accusa c’è il concetto stesso di “educazione alla cittadinanza” e il fatto che il governo, per la prima volta nella storia, si arroghi il diritto di trasmettere valori. Si tratti pure di valori positivi e universalmente condivisibili, come la democrazia, il rispetto per gli altri, i diritti umani, la condanna del razzismo, delle discriminazioni e della violenza machista, i diritti dei consumatori. La Chiesa perde il monopolio sull’insegnamento morale, e reagisce come può. Il cardinale Antonio CaÑizares, vicepresidente dei vescovi spagnoli, uomo molto vicino a papa Benedetto XVI, raccomanda ai genitori che “non permettano che i loro figli vengano educati da altri”. Per “altri” ovviamente si intendono i professori, quelli della scuola pubblica, portatori della detestata concezione laica dello Stato. […]
Il testo integrale dell’articolo di Alessandro Oppes, pubblicato oggi su Repubblica, è disponibile sul sito gaynews.it
Commento di Giuseppe Galizia: in Spagna si comincia a vivere, la Chiesa ha perso il potere di dettare legge e soprattutto valori arcaici e medievali.

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