Il direttore dell’Avvenire, Dino Boffo, non la definisce una censura. Ma di fatto la rubrica di Gabriella Caramore intitolata “Sul confine” questa settimana non e’ stata pubblicata per i contenuti non in linea con le posizioni del Magistero. Il motivo di questa scelta editoriale riguarda il tema al centro della riflessione settimanale della giornalista: il testamento biologico affrontato in chiave possibilista e, di conseguenza, critico con le posizioni cattoliche contrarie a tutto cio’ che e’ riconducibile all’eutanasia. “Anche io signora ho una coscienza e ce l’hanno i miei lettori i quali se apprezzano che noi portiamo dentro il giornale posizioni anche diverse, sul confine, appunto, non ci perdonano invece che lavoriamo per la causa opposta, gia’ abbondantemente sussidiata a livello massmediale”, replica il direttore del giornale della Cei alla lettera della Caramore (pubblicata oggi nelle pagine culturali). ‘“Censura? No signora, e’ solo questione di rispetto reciproco -scrive ancora Boffo- io delle sue idee, e lei del giornale che l’ha fatta entrare in casa propria. Ad ogni modo: grazie per l’apprezzata collaborazione e buona fortuna”.
“Io non me la sono sentita di avallare la sua rubrica settimanale” perche’ non solo poneva “degli interrogativi che mai ci fanno paura, ma sosteneva una tesi sull’eutanasia che, come lei ben sa, non e’ e non puo’ essere da noi condivisa” ha spiegato Boffo alla giornalista che non ha nascosto il proprio “sconcerto” davanti “ad una censura cosi’ inequivocabile”.
Fonte: Notiziario ADUC – Vivere & Morire