Gli arresti di tre algerini sospettati di terrorismo internazionale ordinati dalla procura della Repubblica di Napoli nel novembre 2005 erano legittimi. Lo ha deciso la Corte di Cassazione, che ha così posto fine ad un lungo braccio di ferro giudiziario tra accusa e difesa, sostenendo un principio destinato a fare giurisrpudenza: basta la semplice ideazione di un attentato e l’adesione all’ideologia della Jihad islamica (guerra santa, ndr) per configurare il reato di associazione con finalità terroristiche. Secondo il pubblico ministero della Procura di Salerno (uno dei tre arresti venne eseguito in quella città) che aveva chiesto e ottenuto dal giudice per le indagini preliminari di Napoli l’arresto degli extracomunitari, il gruppo di algerini stava mettendo in piedi un’associazione criminale «costituente articolazione nazionale o comunque una rete di sostegno logistico dell’organizzazione eversiva sopranazionale di matrice confessionale denominata Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento, funzionalmente collegata ad al Qaida». Un organizzazione che, secondo l’accusa della sezione antiterrorismo della Procura di Napoli, poteva contare contatti in Italia, in Europa, ma anche in altri Paesi mediorientali, a cominciare dalla Siria. […]
Il testo integrale dell’articolo di Giuseppe Crimaldi è stato pubblicato sul sito del Mattino