«L’aborto chimico dev’essere autorizzato dal Comitato etico, all’interno di una sperimentazione clinica». La pensa così il ministero della Salute, intervenuto ieri ufficialmente sull’iniezione abortiva eseguita al Buzzi per quattro mesi in alternativa dell’intervento chirurgico e adesso bloccata dai vertici di via Castelfidardo. La presa di posizione è stata illustrata in Parlamento dal sottosegretario Antonio Gaglione in risposta a un’interrogazione dell’Udc Luca Volonté: «L’impiego del methotrexate per l’interruzione volontaria di gravidanza dev’essere autorizzato dalla direzione generale dell’ospedale — si precisa —. Il tutto si deve svolgere sotto la diretta e completa responsabilità del medico e nel rispetto della legge 194 sull’aborto». Detto fatto. La relazione arriva al termine di un’inchiesta condotta dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) su indicazione del ministro Livia Turco. […]
Il testo integrale dell’articolo di Simona Ravizza è stato pubblicato sul sito del Corriere della Sera