Gli Hezbollah, da buoni libanesi, hanno il senso del commercio. E con l’obiettivo di aiutare la «resistenza armata» trafficano in tutto. Partite di cocaina in Sudamerica, gemme in Africa, sigarette negli Stati Uniti, false griffe in Europa. Ma il prodotto che non ti aspetteresti è il Viagra: pillole taroccate, probabilmente pericolose per chi le assume. La storia del Viagra non è una bugia per «sporcare» l’immagine dura e pura del partito di Dio libanese. È vera ed è emersa nei mesi scorsi durante una indagine federale negli Usa. Un gruppo di libanesi, da tempo residenti tra Carolina del Nord e Michigan, avevano messo in piedi una redditizia attività di contrabbando destinata – in parte – ad alimentare il budget dell’Hezbollah. Fonti diplomatiche stimano in 250 milioni di dollari il bilancio ufficiale del movimento, un tesoro garantito da cospicui finanziamenti iraniani. Almeno 10 milioni di dollari al mese. In realtà c’è il sospetto che il giro d’affari abbia dimensioni planetarie. Un piccolo impero economico su cui non tramonta mai il sole. […]
Il testo integrale dell’articolo di Guido Olimpio è stato pubblicato sul sito del Corriere della Sera