Sulle pareti di molte chiese spagnole campeggiano targhe in memoria dei caduti «per Dio e per la Spagna», in onore del Caudillo Francisco Franco, «supremo difensore» della civiltà cristiana in tempi difficili. Sono scritte che potrebbero sparire se la Conferenza episcopale deciderà di accogliere la «raccomandazione» del governo Zapatero, che ha deciso di aprire il vaso di Pandora del recupero della memoria storica in un Paese che aveva deciso di dimenticare gli orrori del passato. Il governo socialista chiederà alla Chiesa e alle amministrazioni locali di eliminare i simboli e i monumenti del franchismo. Centinaia sono le strade e le piazze tuttora dedicate a generali golpisti, personalità franchiste o allo stesso Generalissimo. Numerosi i monumenti e le targhe che esaltano lo spirito del colpo di Stato del 1936 contro la Seconda Repubblica. La Chiesa, in piena autonomia, sarà libera di obbedire alla «raccomandazione», così come le regioni. La raccomandazione diventa ordine per gli organismi statali. La transizione alla democrazia dopo un quarantennio di regime autoritario fu costruita su un «patto del silenzio» fra gli eredi di Franco e i loro oppositori. Ora Zapatero, il cui nonno, ufficiale repubblicano, venne fucilato dai franchisti nel ’36, si dispone a rompere il tabù per ricompensare i «vinti» della guerra varando, forse già venerdì prossimo, un disegno di legge sul «recupero della memoria storica». […] Ma le accuse più dure provengono dal partito popolare, centrodestra, principale forza dell’opposizione. I popolari sostengono che il governo vuole resuscitare vecchi fantasmi e vedono il disegno di legge come «un modo di dividere gli spagnoli». In base a un sondaggio di El Mundo nel 70esimo anniversario della Guerra Civile, un terzo degli spagnoli pensa che il golpe di Franco fosse «giustificato». La percentuale sale al 42,6% dei cattolici praticanti e al 53,3% degli elettori del partito popolare. «Queste cifre rimettono in questione la visione idilliaca della Seconda Repubblica che tenta di diffondere il governo», ha scritto un editorialista. Di certo, tre decenni dopo la morte di Franco, esistono due Spagne divise sulla memoria del franchismo.
Il testo integrale dell’articolo di Mino Vignolo è stato pubblicato sul sito del Corriere dela Sera