Elio Sgreccia, Norimberga e l’ipocrisia

Avevamo ignorato il parere di Sgreccia a proposito della questione dei finanziamenti comunitari da destinare alla ricerca sulle staminali embrionali, ma questa mattina un titolo in Passi nel Deserto ha attirato la mia attenzione e mi ha quasi imposto di aggiungere qualche commento. […] La mozione Finocchiaro ha tolto l’Italia da una situazione davvero incresciosa: la dichiarazione etica, patto stipulato insieme a cinque altri Paesi Eu contro la finanziabilità con fondi comunitari alle ricerche contrarie all’etica (una certa etica). Secondo Sgreccia saremmo tornati indietro, a prima di Norimberga. Ovvero? Ovvero, spiega, “nella situazione cioè in cui si faceva ricerca sui bambini indifesi, poiché malati gravi, e la si faceva senza il bisogno di nessuna autorizzazione medica”. Il richiamo al fantasma hitleriano è onnipresente nei dibattiti su ricerca, eutanasia e in generale sugli avanzamenti delle biotecnologie. Il paragone però è fuori luogo. E la identificazione sgrecciana tra una cellula staminale embrionale e un bambino è tutta da dimostrare. Ho sempre avuto il dubbio che non ne sia convinto nemmeno lui – ma questa è una questione personale. Meno personale invece è paragonare la ricerca attuale ai deliri pseudoscientifici nazisti. Il paragone è scorretto, di pessimo gusto e di una banalità disarmante. Forse farebbe bene a Sgreccia ripassare quanto accadeva nella patria di Ratzinger. […] Il testo integrale dell’articolo di Chiara Lalli è stato pubblicato sul blog “Bioetica”

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