I senatori che hanno firmato l’interpellanza sono 17 e, evidentemente, non sono superstiziosi (o forse non hanno trovato il diciottesimo?). L’interpellanza solleva il problema della compatibilità del passato di Maura Cossutta con l’incarico conferitole dal ministro Livia Turco (Legge 40, esplode il caso Cossutta, Il Corriere della Sera, 31 luglio 2006): la revisione delle Linee Guida della Legge 40.
Come spesso accade le ragioni addotte per sostenere la presunta inconciliabilità (addirittura si parla di “particolare gravità”) dell’ex deputata Pdci e la sua mansione sono a dir poco ridicole.
1. Cossutta sarebbe inadeguata perché si è battuta contro la Legge 40 e, questa è la conclusione implicita, non può che continuare ad osteggiare la Legge 40 […]
2. Ad aggravare 1., ci sarebbe la conferma popolare della Legge 40 tramite il non voto del 75% dei cittadini: il non voto, mi si perdoni la tautologia, è soltanto un non voto, cioè la non espressione del proprio parere. Non è una conferma e non è una smentita. È un non voto. Che la piantino di invocare la volontà popolare a sproposito e in modo tanto assurdo.
3. Cossutta sarebbe inadatta a un simile incarico per la sua natura fondamentalista “che vuole permettere di avere figli alle donne single e alle coppie di fatto allo stato brado, senza curare l’interesse superiore del nascituro”: dimenticano (chissà se per distrazione o per razionale pianificazione) di dimostrare la ragione – ammesso che Cossutta sia d’accordo con quanto attribuitole, ma è una posizione del tutto ragionevole – secondo la quale permettere a una donna single o a una coppia di fatto di avere un figlio sarebbe lesivo dell’interesse del nascituro. […]
Il testo integrale dell’articolo di Chiara Lalli è stato pubblicato sul blog “Bioetica”
Sullo stesso blog:
Il testo completo dell’interpellanza dei 17
“La legge 40, la Chiesa, il salame e il terzo incomodo”, sempre di Chiara Lalli