Ricoperta da sei anni da un velo pudico, la “Crocifissione” del pittore di Metz Théodore Devilly lascia il palazzo di giustizia di Metz, su cui troneggiava dal 1866, per raggiungere la chiesa dell’abbazia di Saint-Avod, distante una quarantina di chilometri. Così ha deciso il guardasigilli, Pascal Clément. “La disposizione permetterà di mantenere quest’opera all’interno del patrimonio statale, presentandola pubblicamente in una cornice appropriata”, si è rallegrato il ministro. Nel settembre 2000, uno spesso velo era stato teso dinnanzi a questa pittura al fine di sottrarla allo sguardo degli imputati, sotto la pressione di un avvocato, Daniel Delrez, che aveva lanciato una “crociata” con il sostegno dell’Associazione del Libero pensiero contro ciò che gli sembrava causare “un attacco intollerabile al principio costituzionale della laicità”.
Il testo integrale dell’articolo di Nicolas Bastuck (in francese) è stato pubblicato sul sito di Le Monde
La lentezza del governo francese nel dar corso alla rimozione è stata dovuta alla vigenza del concordato tedesco, in Alsazia e Mosella, ridate alla Francia nel 1918.